La protezione di foreste e oceani e gli impegni necessari a contrastare il cambiamento climatico sono tra gli osservati speciali degli obiettivi di sviluppo sostenibili dell’Agenda 2030.
Nell’ultimo dossier dell’Atlante delle guerre dedicato agli ambiziosi traguardi che la comunità internazionale si è data nel 2015, analizziamo l’obiettivo 13 (agire con urgenza per combattere il cambiamento climatico e i suoi impatti), il 14 (conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine) e il 15 (gestire in modo sostenibile le foreste, combattere la desertificazione, arrestare e invertire il degrado del territorio, arrestare la perdita di biodiversità) fornendo dati sull’attualità, alcune proiezioni sul futuro e i costi da affrontare per correggere il tiro.
Il goal 14: gli oceani
Gli oceani guidano i sistemi globali rendendo la Terra abitabile per l’umanità. Per capirne meglio l’importanza basta riportare alcuni dati riportati dal sito che monitora i goal. Gli oceani coprono i tre quarti della superficie terrestre, contengono il 97% dell’acqua della Terra e rappresentano il 99% dello spazio vivente sul pianeta in volume. Oltre tre miliardi di persone dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il proprio sostentamento. A livello globale, il valore di mercato delle risorse e delle industrie marine e costiere è stimato in 3trilioni di dollari all’anno o a circa il 5% del Pil globale. Gli oceani assorbono circa il 30% dell’anidride carbonica prodotta dall’uomo, tamponando gli impatti del riscaldamento globale. Gli oceani contengono quasi 200mila specie e servono come la più grande fonte di proteine al mondo: per oltre 3 miliardi di persone gli oceani sono la fonte primaria di proteine.
La pesca marittima impiega direttamente o indirettamente oltre 200milioni di persone. I sussidi per la pesca, però, stanno contribuendo al rapido esaurimento di molte specie ittiche e impediscono gli sforzi per salvare e ripristinare la pesca globale e i relativi posti di lavoro. Correggere questo trend avrebbe un costo che però sarebbe, secondo l’Agenda 2030, “ampiamente compensata dai guadagni a lungo termine”. In termini economici sarebbero necessari 32miliardi di dollari dal settore pubblico una tantum e 21miliardi di dollari all’anno per i costi ricorrenti.
Il goal 15: le foreste
Le foreste coprono il 30,7 per cento della superficie terrestre e, oltre a fornire sicurezza alimentare e riparo, sono fondamentali per combattere i cambiamenti climatici e proteggere la biodiversità. Secondo l’Agenda 2030, attualmente, ogni anno si perdono tredici milioni di ettari di foreste e il degrado delle terre aride ha portato alla desertificazione di 3,6 miliardi di ettari. Anche se fino al 15% della terra è attualmente protetta, la biodiversità è a rischio, a causa di deforestazione e desertificazione, provocata dall’intervento umano e dai cambiamenti climatici. Anche in questo caso l’Agenda 2030 fornisce alcuni dati che descrivono la situazione. Circa 1,6 miliardi di persone dipendono dalle foreste per il proprio sostentamento, tra cui 70milioni di indigeni. Le foreste ospitano oltre l’80% di tutte le specie terrestri di animali, piante e insetti. Tra il 2010 e il 2015, il mondo ha perso 3,3milioni di ettari di aree forestali. 2,6 miliardi di persone dipendono direttamente dall’agricoltura, ma il 52% della terra utilizzata per l’agricoltura è moderatamente o gravemente colpita dal degrado del suolo. A causa della siccità e della desertificazione, ogni anno si perdono 12 milioni di ettari (23 ettari al minuto). Il 74% dei poveri è direttamente interessato dal degrado del suolo a livello globale. Il bracconaggio e il traffico illecito di animali selvatici continuano a contrastare gli sforzi di conservazione, con quasi 7000 specie di animali e piante segnalate nel commercio illegale e che coinvolgono 120 paesi. Delle 8.300 razze animali conosciute, l’8% è estinto e il 22% è a rischio di estinzione. Oltre l’80% della dieta umana è fornita dalle piante. Solo tre colture di cereali – riso, mais e grano – forniscono il 60% dell’apporto energetico. Infine, circa l’80% delle persone che vivono nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo, fanno affidamento sui farmaci tradizionali a base vegetale per l’assistenza sanitaria di base.
Il forum delle Nazioni Unite sulle foreste stima che per correggere questi fenomeni servirebbero tra i 70 e i 160 miliardi di dollari all’anno. La convenzione per la diversità biologica stima che sono necessari tra i 150 e i 440miliardi all’anno fermare la perdita di biodiversità a livello globale entro la metà di questo secolo. I costi sono però ingenti anche se non si corregge il tiro. I disastri naturali causati dagli ecosistemi distrutti per l’impatto umano e i cambiamenti climatici, ad esempio, già costano al mondo più di 300miliardi di dollari all’anno.